Il luoghi del Forte

I luoghi del Forte

La caserma Carlo Alberto

La Caserma Carlo Alberto è ubicata proprio al centro del Forte e si sviluppa a pianta quadrangolare, delimitata da un fossato nei punti più delicati, lungo i fronti settentrionale ed orientale. Costruita su due piani, con sottotetto abitabile all’occorrenza, il tutto è caratterizzato da un porticato che ne seguiva il suo sviluppo. In origine, il grande cortile era suddiviso da un muro interno che delimitava la parte dei comandi da quella destinata a caserma. Muro che venne abbattuto nella seconda metà dell’ottocento. Il braccio più corto della caserma, di fronte all’ingresso, si presentava con la Chiesa al centro, sopraelevata rispetto alle due brevi maniche laterali. La Chiesa non fu mai officiata e fu trasformata in magazzino telegrafico e spazio in dotazione per le truppe mobili.

La caserma rappresentava la quotidianità dei sodati ed era attrezzata con sale e uffici di ogni genere: il corpo di guardia, l’ufficio telegrafico, la vivandiera e i magazzini commissariato, il comando del Forte e gli alloggiamenti degli ufficiali, gli alloggiamenti per i militari semplici, la sala convegno, la cucina della truppa, con un suo forno ridotto e i magazzini dei viveri e dei combustibili. Non mancavano il parco buoi con bovini e ovini e le prigioni delle truppe.
La Caserma Carlo Alberto è la parte del Forte che ha subito più vessazioni: incendiata dai tedeschi, fu poi completamente devastata per asportare tutto il materiale recuperabile, quale coperture, inferriate, lastricati e gradini in pietra. Il fossato venne interamente interrato, e un fitto bosco ricoprì la copertura.

Com'è oggi

A partire dagli anni ’90 del Novecento, una serie di interventi strutturali ha dato avvio al recupero della Caserma interessando, in una prima fase, la manica settentrionale e quella occidentale con la cappella. Ma è stato soltanto con il passaggio della proprietà del Forte in capo al Comune, avvenuta nel dicembre 2016, che l’ambizioso progetto di restauro e recupero di tutta la Caserma Carlo Alberto ha registrato un’accelerazione significativa. Infatti, si sono potuti sottoscrivere due accordi di programma con la Regione Piemonte per la realizzazione della copertura mancante: un primo lotto di lavori, che ha interessato la manica orientale, si è concluso nel 2019 mentre il secondo lotto verrà consegnato entro fine estate 2020.
Nella caserma, sono attualmente disponibili 3 locali al primo piano e 6 al piano terra con cucine e sale per manifestazioni gastronomiche e ricreative e camerate ad uso foresteria per il soggiorno degli organizzatori di eventi e rassegne oltre che di gruppi scolastici e sportivi. La cappella sconsacrata è invece utilizzata come sala concerti e conferenze e può essere affittata per eventi privati.

Il Fronte Stura, Fronte inferiore e Bastione centrale

Il Fronte Stura, Fronte inferiore e Bastione centrale

Il lato più meridionale del Forte è costituito dal Fronte Stura, una lunga manica con uno sviluppo su un solo piano che va ad intersecarsi nel lato più orientale con la galleria di Gola, mentre in quello occidentale con la costruzione della Batteria dei cannoni a Sfera: l’ultimo intervento sostanziale realizzato nel Forte, che si differenzia completamente per la sua costruzione più “moderna” rispetto alla restante parte del Forte. Risalendo verso il paese, nella parte denominata Fronte inferiore, le mura – con la tipica conformazione a tenaglia che contraddistingue il Forte di Vinadio – si sviluppano su due piani in un susseguirsi di magazzini, feritoie, postazioni da obici al piano terreno, per poi raggiungere, nel culmine del bastione centrale sei Casematte (postazioni da cannone da 12GRC Ret.), separate da altrettante Riservette. Proseguendo, una serie di Casematte per fucilieri, in origine sempre con terrapieno, si susseguivano sino ad arrivare al blocco della Porta di Francia; tale tracciato è stato interrotto nel 1927 per dare corso al nuovo tracciato della strada Statale che portò alla demolizione di due Casematte.

Come sono oggi

La parte a valle della strada statale, grazie agli interventi effettuati con la realizzazione della struttura polivalente, del lago, dei servizi igienici e delle reti dei sotto servizi, ospita nel periodo estivo manifestazioni ricreative e sportivo culturali che ogni anno richiamano migliaia di fruitori. Nel periodo invernale, invece, viene principalmente utilizzata la struttura polivalente adibita a pista di pattinaggio su ghiaccio aperta sui quattro lati.
I bastioni e le gallerie del fronte d’attacco sono liberamente accessibili e vengono utilizzati come percorsi per mountain bike e passeggiate.

L’area spettacoli
il Palasport

Il fascino unico del Forte e del paesaggio che lo circonda ha fatto sì che negli anni pervenissero al comune sempre più richieste per la realizzazione di grandi eventi e spettacoli. L’area che meglio si presta, in quanto isolata rispetto al centro abitato oltre che facilmente confinabile, è il cortile del fronte Stura. Il cuore pulsante dell’area spettacoli è la struttura polivalente che, con una superficie coperta di circa 1000 mq, permette lo svolgimento delle manifestazioni anche in caso di tempo avverso. L’area è, infine, dotata di spalti e di un palco fisso per i concerti e gli spettacoli.
La struttura polivalente può essere affittata per eventi privati o per iniziative a carattere sportivo.

Il lago

Nella parte più bassa che costeggia le mura, il Comune di Vinadio ha realizzato un lago artificiale di balneazione frequentato nei mesi estivi da migliaia di turisti. Il lago giace ai piedi delle montagne, avvolto nell’accogliente abbraccio del Forte che ne fa un’oasi di pace dove prendere il sole, bagnarsi e ristorarsi. Alimentato dalle acque sorgive del Vallone di Neraissa, presenta una superficie di 5.000 mq e una profondità massima di 1,40 metri. Videosorvegliato, liberamente accessibile a tutti 24/24h è servito da ampi parcheggi, zone pic-nic, bar ristoro e docce a gettone.
I cani possono essere condotti sui prati al guinzaglio ma non possono balneare.
Le sue acque sono rispondenti al D.Lgs. 116/2008 e al D.M. 30/2010.

La Porta di Francia e il Rivellino

La Porta di Francia con il suo aspetto imponente è il luogo del Forte attraverso il quale si sviluppava tutto il traffico in direzione del Colle della Maddalena.Il grande ponte antistante era in origine in legno e caratterizzato da una parte dormiente e una parte levatoia che si congiungeva con il Rivellino.
Nelle fortificazioni militari il Rivellino è la parte più esposta del Forte, quella in cui il nemico si imbatte al suo arrivo. È una struttura con pianta ad “L”, casamattato verso l’esterno e delimitato verso l’interno da un muro difensivo munito di feritoie, che si apriva con un cancello di legno affiancato dal corpo di guardia.

Il Rivellino oggi

Nell’anno 2016 il Comune di Vinadio, a seguito della candidatura del progetto “migrACTION”, è risultato assegnatario di un importante contributo europeo a rivalere sul programma Interreg-Alcotra 2014-2020, che ha permesso il restauro e risanamento conservativo del Rivellino del Forte che potrà così essere destinato a centro di accoglienza turistica, bar, caffetteria e punto ristoro.

Il Fronte superiore e il Bastione Neraissa

Dalla porta di Francia, le mura del Forte salendo costeggiano l’abitato di Vinadio, sino ad arrivare alla Porta Neraissa. Anche in questo caso, come nel bastione centrale, troviamo un’imponente infilata di sei casematte, armate originariamente con altrettanti pezzi da 12 GRC Ret. Nel suolo sono ancora visibili le linee di tiro tracciate nell’Ottocento durante i tiri di esercitazione. La caratteristica architettonica del Fronte superiore, la troviamo in un passaggio scoperto dove sono da osservare una serie di inusuali Caditoie per fucililieri, che battevano il fossato esterno, impedendo al nemico di avvicinarsi alle mura.
Arrivati nel Bastione di Neraissa, si raggiunge da un lato la Polveriera di Neraissa e dall’altro una serie di quattro grandi magazzini, tra i più ampi del Forte.

Come sono oggi

All’inizio degli anni 2000, grazie a un importante finanziamento nell’ambito del programma Interreg IIIA “Sentinelle delle Alpi” e altrettanti contributi della Regione Piemonte e Fondazioni Bancarie, si sono potuti realizzare alcuni interventi strutturali del Forte, in modo particolare su “Porta di Francia” e “Fronte Superiore”. L’intervento puramente conservativo del bene ha poi dato il via alla realizzazione di un grande progetto museale realizzato da Studio Azzurro di Milano: il percorso multimediale “Montagna in movimento”, che dal 2007 ha occupato integralmente gli spazi restaurati e rappresenta tutt’oggi l’elemento di maggior interesse da parte dei visitatori. Nel percorso espositivo si sono aggiunti negli anni: la mostra permanente “Messaggeri alati” (2008), le postazioni di realtà virtuale “Vinadio Virual Reality” (2017-2018) e gli itinerari per famiglie “Mammamia che Forte!” (2019).

Il Fortino e la Caverna Comando

Si tratta di una delle ultime parti del Forte di Vinadio ad essere stata realizzata, osservandolo sembra far nascere ricordi medievali. Il portone che dalla Porta di Neraissa si apre per accedere al Fortino, permette di percorrere una delle scalinate più belle e impegnative del Forte. Da questa ripida scala coperta si accede al Fortino, la parte più alta del Forte.
Alla sommità si entra in un complesso formato da un corpo di una caserma che si affaccia sulla sottostante Vinadio, con uno sviluppo su tre piani. Alle spalle invece, risalendo il massiccio roccioso, si sviluppavano le postazioni d’arma e la polveriera del Fortino.
In origine il corpo centrale del Fortino ospitava gli ufficiali e l’infermeria ed era così strutturato: l’accesso principale si trovava sul lato orientale, ed era composto da un fossato e un ponte levatoio. All’interno della struttura si trovava il locale del corpo di guardia. Sullo stesso piano: l’infermeria, la sala delle visite mediche e la farmacia. Proseguendo verso il lato occidentale trovavano posto le stanze degli ufficiali e in fondo i locali della colombaia. Molto presto gli ufficiali si trasferirono con la truppa nella manica corta della Carlo Alberto. I locali da loro abbandonati vennero integrati alla colombaia. Al piano superiore si trovavano le camerate del reparto medicina, la camera degli ufficiali ammalati, quella d’osservazione, quella dei venerei e degli scabbiosi. Nei due lati del bastione, in locali seminterrati, si trovavano: a sinistra il reparto di medicina e chirurgia, a destra i sospettati di malattie infettive.

Nel 1940 anche il Forte di Vinadio venne inglobato nel Vallo Alpino, l’esteso e articolato sistema difensivo della frontiera alpina dal mar Ligure a Trieste, con la denominazione di 14° Caposaldo Vinadio.

caverna-comando

Alcune cannoniere ottocentesche vennero modificate in maniera tale da ospitare postazioni per mitragliatrici e pezzi anticarro.

La realizzazione delle Caverne Comando iniziò nel 1939, pertanto allo scoppio delle ostilità con la Francia non risultavano ancora completate. Nel 1940 iniziarono anche i lavori per la costruzione della Caverna Comando per il “Sottosettore G.A.F. III a” proprio a Vinadio in corrispondenza del Fortino. Planimetricamente era organizzato su un grande camerone a forma di C dotato di due ingressi; i locali più importanti presenti all’interno di una Caverna Comando erano: locale gruppo elettrogeno; depositi acqua e viveri e una/due cucine e una mensa nelle strutture più grandi per garantire una adeguata autosufficienza al presidio; ½ locali ospitanti l’impianto di ventilazione per il trattamento dell’aria proveniente dall’esterno e Uffici comando. La Caverna Comando venne utilizzata durante il periodo della Seconda guerra Mondiale come luogo di rifugio per i vinadiesi dai bombardamenti aerei.

Come sono oggi

Prima del passaggio di proprietà al Comune di Vinadio, il Fortino è stato gestito per molti anni dall’associazione S. Bernardo di Carmagnola la quale utilizzava i locali come foresteria estiva per gruppi scout e famiglie. Attualmente non viene utilizzato, se non saltuariamente, in quanto sarebbero necessari interventi di adeguamento impiantistico nonché di restauro conservativo.
La Caverna Comando venne chiusa negli anni ’60, nel 2017 il Comune di Vinadio ha provveduto a riaprire gli accessi della Caverna, illuminandola e mettendola in sicurezza. È inglobata nel percorso di visita del Forte e visitabile negli orari di apertura al pubblico.
Una curiosità: la realizzazione della Caverna Comando venne funestata il 29 agosto 1940 dalla morte dell’operaio Edoardo Cocchis, ucciso dal crollo di un masso staccatosi dalla volta della galleria in costruzione. A distanza di 77 anni il figlio del signor Cocchis - che all’epoca aveva appena due anni - è tornato sulle tracce degli ultimi attimi di vita del padre ed ha presenziato nel settembre del 2017 all’apertura al pubblico della Caverna.

Parte dei testi sono tratti dal libro Forte di Vinadio – Ultima fortezza del Regno Sardo, di Pier Giorgio Corino, Edizioni del Capricorno, 2004.

Scopri la storia del Forte

COME ARRIVARE

ORARI

TARIFFE

freccia su