Il Forte in cammino

Il Forte in cammino

Il progetto

Un’esperienza di cammino a 360° tra natura, storia e cultura. Un’opportunità di conoscenza del Forte e della sua storia che valorizza i numerosi itinerari escursionistici interni alla fortezza e quelli che conducono ai suoi forti di appoggio.

La conoscenza del Forte passa anche per il riconoscimento delle parti che lo compongono, per questo è stato sviluppato un sistema segnaletico che permette di identificare e conoscere, in piena autonomia semplicemente passeggiando, ogni parte della fortezza. Inquadrando il QRcode presente sulle paline o consultando la mappa cartacea si viene guidati lungo un percorso che narra le vicende storiche e architettoniche del Forte principale.

Il progetto è stato finanziato dalla Fondazione CRC – Patrimonio Culturale (2020).

La Guida In cammino tra i Forti

in cammino tra i forti

Guardando a un turismo consapevole, a misura d’uomo, fatto di esperienze e di contatto con la realtà storica, culturale e ambientale locale, è nata questa guida che propone una serie di itinerari di varia difficoltà che, partendo dal Forte principale, permettono di scoprire e capire la sua parte più nascosta, il suo sistema difensivo, grazie all’alternarsi di tracciati cartografici, immagini d’epoca e nozioni storico didattiche.

La guida “In cammino tra i Forti. Itinerari alla scoperta dello sbarramento di Vinadio”, curata da Daniele De Angelis, vuole essere un racconto alternativo del Forte di Vinadio per scoprire e capire la sua parte più nascosta, il suo sistema difensivo composto dai Forti Neghino, Piroat e Serziera oltre che dalla Caserme Sources, testa Rimà e punta Ciarnier. I succitati forti minori sono meno conosciuti rispetto a quello principale ma egualmente ricchi di fascino e siti in posizioni altamente panoramiche. Gli itinerari proposti possono essere fruiti guida in mano per avere un quadro approfondito del sistema di sbarramento di Vinadio oppure con la cartina, disponibile gratuitamente, per una semplice gita fuori porta.

Percorso di visita guidato del Forte

Itinerari alla scoperta dello sbarramento di Vinadio. Itinerari a piedi o in bici dal Forte Albertino di Vinadio ai suoi Forti di appoggio.

Batteria Neghino

Si tratta di una delle batterie d’appoggio al Forte di Vinadio realizzata a partire dal 1875. La batteria Neghino è l’unica difesa dell’ala destra dello sbarramento di Vinadio.

La costruzione è a pianta ellittica su due piani circondata da un fossato della larghezza di circa 7 metri. La superficie coperta totale della batteria è di circa 1.500 mq.

La batteria era armata con 5 cannoni da 12 GRC Ret e con tre obici da 15 GR Ret per meglio battere il fondovalle del vallone di Neirassa; altri due obici da 15 GR Ret potevano essere posizionati al posto di altrettanti cannoni.

Proseguendo poco a monte della batteria, superata la piccola costruzione che fungeva da casotto per deposito legna, si raggiunge la parte superiore dell’altura del Podio dove si trova, parzialmente nascosta dalla vegetazione, la piazzola della batteria occasionale per mortai da 15 G.R.C. Ret., con a lato due piccoli locali che fungevano da laboratori per il confezionamento cartocci e caricamento proietti.

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Poco oltre la batteria, ricavato lungo la cresta rocciosa, si trova il piccolo ricovero per il telegrafo ottico.

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Batteria Serziera

La batteria Serziera, realizzata fra il 1885 e il 1887, è una costruzione con pianta a “T” in parte a due piani e in parte a tre in muratura di pietrame e malta di calce, parzialmente circondata da un fossato. Ben visibile da Vinadio, dalla batteria Neghino e scendendo dall’alta valle, aveva il compito di battere con le sue artiglierie il settore immediatamente a valle della stretta di Pianche.

Era armata con quattro cannoni da 12 G.R.C. Ret in casamatta di cui due con campo d’azione verso il Vallone di Riofreddo e due verso lo sbocco del vallone di Neirassa, mentre la batteria in barbetta per pezzi da 15 G.R.C. Ret aveva campo d’azione verso l’alta valle. L’accesso e la movimentazione dei pezzi verso la batteria in barbetta avveniva tramite rampe inclinate all’interno del cortile. Erano inoltre in dotazione due mitragliatrici Gardner.

Batteria Piroat

Venne realizzata quale potenziamento della batteria Serziera. L’armamento era costituito da sei pezzi da 15 G.R.C. Ret in barbetta. Alle spalle della batteria una scala conduce al piano inferiore dove era presente il locale deposito e caricamento/spolettamento dei colpi d’artiglieria.

Attraverso una galleria della lunghezza di circa 35 metri e pendenza dell’8% si giunge alla spianata al fondo della quale si apre l’ingresso della polveriera vera e propria. Per agevolare il trasporto dei pesanti colpi d’artiglieria la galleria era dotata di decauville; è ancora visibile il piano ribassato dove erano posizionati i binari con le traversine in legno incastrate ai lati nei bordonali in pietra. Lo sbocco inferiore della galleria era chiuso da un portone scorrevole. Da qui si accedeva a locali di servizio, costruiti in trincea ed adibiti a magazzino e laboratorio d’artiglieria.

Usciti all’esterno sulla grande spianata antistante i locali di servizio si prosegue verso destra ed in breve si raggiunge l’ingresso della polveriera, una grande locale a pianta rettangolare voltato a botte, con struttura in calcestruzzo posto al termine di un lungo corridoio.

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Caserma difensiva Sources

E’ una costruzione a due piani a forma di “V” molto aperta che aveva il compito di completare la difesa della batteria Serziera proteggendola contro eventuali attacchi provenienti dal Vallone di Rio Freddo.

Era armata con due mitragliatrici Gardner in casamatta con campo d’azione verso il vallone di Rio Freddo; la copertura è conformata in maniera tale da essere percorsa nella mezzeria da un camminamento con alti spalti ai lati per permettere il fuoco di fucileria da una posizione dominante.

Percorso all'interno del Forte

Itinerari alla scoperta dello sbarramento di Vinadio. Visita libera al forte Albertino. Tempo di percorrenza 1h e 30 minuti.

1. Rivellino

Attraversato il ponte sul fossato si raggiunge Porta Francia che immette nella porzione di fortificazione detta Rivellino, un avamposto fortificato che aveva la funzione di proteggere la testata a monte del ponte che attraversa il fossato e che ai tempi era l’unica via di transito attraverso il forte.

Dal cortile del Rivellino si può osservare l’ingresso principale della fortificazione, protetto da due pesanti portoni in legno, uno verso l’abitato di Vinadio e l’altro verso l’alta valle.

Originariamente il ponte aveva impalcato in legno su piloni in muratura di pietra, sostituito successivamente dalla struttura completamente in muratura che possiamo ancor oggi osservare.

L’ingresso era protetto da cannoniere, alcune delle quali modificate nel tempo per ospitare delle mitragliatrici Gardner e da feritoie per fucileria.

Usciti dall’ingresso principale del forte svoltare a sinistra, imboccare la ripida scala in pietra e proseguire costeggiando il fossato.

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2. Porta Neraissa

Avete costeggiato il primo tratto di fossato lungo l’abitato di Vinadio; osservando l’esterno del fronte superiore rivolto verso il paese. Non essendo il lato da cui si prevedeva potesse arrivare l’urto dell’attacco nemico sono presenti solamente feritoie per fucileria.

Superata la chiesa si giunge in un piccolo slargo prima del passaggio più a monte del forte, porta Neraissa, la parte terminale del fronte superiore.

Per raggiungere la palina 3 occorre svoltare sulla destra (via Giordano) e proseguire nello stretto vicolo che costeggia la parte inferiore del “fortino”.

3. Fortino

Il “Fortino” è la parte più alta del forte di Vinadio. E’ collegata al resto della fortificazione da una ripida scalinata che parte direttamente da porta Neraissa. E’ comunque presente un ingresso principale in corrispondenza del fabbricato principale del fortino, collegato con una diramazione della strada che conduce verso il la batteria Neghino.

Inizialmente era sede del comando del forte, successivamente trasferito alla caserma Carlo Alberto. Vi si trovavano inoltre l’infermeria, completa di nucleo chirurgico e locali per la quarantena per il personale eventualmente contagiato. A seguito dello spostamento del comando i locali vennero occupati dalla colombaia militare.

Per approfondire questo argomento si consiglia la visita della mostra permanente “Messaggeri alati” all’interno degli spazi espositivi del forte.

4. Caverna comando

Nel 1939 il forte di Vinadio che a partire dal primo dopoguerra era stato fondamentalmente destinato a magazzino, venne inglobato nel “14° Caposaldo Vinadio”, parte del più esteso sistema di fortificazioni permanenti denominato Vallo Alpino.

Nel 1940 iniziarono anche i lavori per la costruzione della caverna comando per il “sottosettore G.a.f. III a” proprio a Vinadio in corrispondenza del fortino (quella per il “sottosettore III b” aveva sede a Sambuco ed era leggermente diversa in quanto dotata anche di osservatorio).
L’accesso è possibile solamente con visite guidate.

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5. Caserma Carlo Alberto

Ci troviamo davanti all’ingresso della Caserma Carlo Alberto, sede del comando del Forte dopo il suo trasferimento dal “fortino”. Si tratta di una grande struttura che si sviluppa planimetricamente intorno ad un cortile a pianta rettangolare. Sui lati settentrionale e orientale si può osservare l’edificio principale a due piani, mentre sul restante lato corto si trova la chiesa.

La struttura è protetta su due lati da un fossato; alle due estremità dello stesso si trovano due tamburi difensivi. L’accesso era ulteriormente protetto da un ponte levatoio, come la totalità degli ingressi del forte.

Durante la Prima Guerra Mondiale parte dei locali al secondo piano vennero trasformati in celle per i prigionieri Austroungarici.

La manica d’ingresso è stata recentemente oggetto di un intervento di restauro della copertura. La grande breccia presente sulla muratura è stata causata dal bombardamento aereo del 25 febbraio 1945.

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6. Polveriera

L’ampio spiazzo alle spalle del bastione centrale, era occupato dalla polveriera principale del forte fatta esplodere dai tedeschi in ritirata nell’aprile del 1945.

La struttura era costituita da un ampio locale centrale a pianta rettangolare circondato lungo tutto il perimetro da un corridoio con funzione distributiva oltre che di protezione dall’umidità in quanto favoriva il ricircolo dell’aria. All’interno il locale dove venivano accatastati gli esplosivi era completamente rivestito in legno, quale ulteriore protezione dall’umidità.

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7. Casematte

A partire dal 1939, il forte di Vinadio che dal primo dopoguerra era stato fondamentalmente destinato a magazzino, venne in parte riutilizzato all’interno del più vasto sistema difensivo della frontiera italiana denominato “Vallo Alpino”.

Alcune casamatte ottocentesche vennero modificate per ospitare mitragliatrici o pezzi anticarro.

Proprio su una di queste è presente un affresco raffigurante un soldato che, impugnando con la sinistra la bandiera italiana e con la destra il fucile, si avvia a larghi passi verso il confine per contrastare il passo al nemico. Il personaggio è tratto da una cartolina illustrata dell’epoca.

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8. Fronte Stura

Ci troviamo nella parte più bassa del forte di Vinadio, il fronte Stura. Anche in questa porzione di forte due locali vennero trasformati nel 1939 per l’installazione di un pezzo anticarro ed una mitragliatrice.

Scendendo avete costeggiato alla vostra sinistra la “Galleria di Gola”, il collegamento fra il Fronte Stura nella parte bassa ed il Bastione Centrale nella parte alta.

Si tratta di un lungo fabbricato caratterizzato dal susseguirsi di ampi cameroni quadrangolari ai lati dei quali si aprono serie di feritoie per fucileria.

E’ caratterizzata, nella parte superiore, da un lungo camminamento protetto utilizzabile anche per la movimentazione di pezzi d’artiglieria, mentre nella parte inferiore si trovano casamatte che erano adibite a ricovero truppe con una capacità totale di 270 uomini.

9. Cannoniera

La bassa costruzione a un piano fuori terra, con struttura in pietra e copertura arrotondata in cemento, è l’ultimo corpo di fabbrica realizzato nel forte di Vinadio ideato per ospitare due casamatte per cannoni da 15 cm in installazione a sfera, ultimo tentativo di prolungare la vita utile della fortezza attraverso un costosissimo “aggiornamento tecnologico” delle sue casamatte d’artiglieria.

L’installazione non venne replicata in altre fortificazioni italiane.

Per raggiungere la prossima palina proseguite verso monte risalendo il fossato che costeggia prima il fronte inferiore, e poi il bastione centrale.

In corrispondenza del fronte inferiore si possono osservare su due casamatte le riparazioni eseguite dopo l’esecuzione dei tiri di prova per saggiare la resistenza delle strutture in pietra, esperienze di tiro che portarono alla realizzazione della batteria a sfera precedentemente descritta.

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10. Fossato

L’itinerario termina in corrispondenza del ponte realizzato nel 1927, quando ormai la funzione difensiva del forte era venuta meno. Venne pertanto deciso di rettificare, all’interno del paese di Vinadio, il percorso della strada nazionale verso il Colle della Maddalena. A questo scopo venne demolita una porzione della fortificazione e realizzato un ponte per superare il fossato.

Ci troviamo in corrispondenza del cosiddetto “bastione centrale”. Superati entrambi i ponti, alla vostra destra tramite una scala potete ritornare al punto di partenza.

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